Sono questi, anni di grande fermento nell’isola, appena liberata dalle pressioni austroungariche che ne avevano ridotto la produzione al lumicino in favore dei più blasonati vetri di Boemia. Il movimento di recupero delle antiche tecniche, dovuto ad una sorta di rivalsa artistica (che, assieme ad Antonio Salviati, vedrà protagonista nell’isola muranese l’abate Vincenzo Zanetti, al quale si deve la definizione di vetri “murrini”, mutuata dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio), culminerà con la produzione di alcuni mirabolanti ritratti in murrina, non a caso a sfondo patriottico: assieme al figlio Luigi, che ne continuerà l’opera.